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EDITORIA

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<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Dopo <a href="https://twitter.com/hashtag/Oblomov?src=hash">#Oblomov</a>, la Nave di Teseo si arricchisce ancora di più con l’acquisizione di <a href="https://twitter.com/BaldiniCastoldi">@BaldiniCastoldi</a> <a href="https://twitter.com/bettywrong">@bettywrong</a> <a href="https://t.co/HuAkRpDdre">pic.twitter.com/HuAkRpDdre</a></p>— La nave di Teseo (@lanavediteseoed) <a href="https://twitter.com/lanavediteseoed/status/875338279645831168">15 giugno 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Dal 10 Luglio al 01 Settembre "Porta Lions fuori da Lions". Vinci la prossima uscita EBC!<a href="https://twitter.com/hashtag/giochieconcorsi?src=hash">#giochieconcorsi</a><br><br>Info: <a href="https://t.co/AsSTiblxL3">https://t.co/AsSTiblxL3</a> <a href="https://t.co/GLPxVFQVe1">pic.twitter.com/GLPxVFQVe1</a></p>— EdizioniBlackCoffee (@edblackcoffee) <a href="https://twitter.com/edblackcoffee/status/884442887668342784">10 luglio 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Nascite e rinascite delle case editrici italiane

Il 2017 si conferma un anno di grande fermento per l’editoria italiana, fra nuove promettenti case editrici e vecchie glorie in cerca di futuro.

Baldini & Castoldi – Fa un po’ sorridere quell’inciso ricorrente negli articoli che annunciano l’acquisto di Baldini&Castoldi da parte de La Nave di Teseo: “senza ricorrere a prestiti bancari ma attraverso risorse proprie“. Ok, abbiamo capito. Elisabetta Sgarbi ci tiene a sottolineare che un’altra editoria è possibile, sia eticamente che economicamente. E così mostra i muscoli (i muscoletti, va) spendendo 2 milioni di euro per ripianare i debiti di B&C e farla entrare nella sua scuderia, insieme a Oblomov per il fumetto.
Un’operazione in fondo neanche troppo costosa per un marchio che vanta fin dai suoi esordi una certa propensione ad oscillare fra la chiusura e il clamoroso successo. Tralasciando la lunga sequela di fallimenti o riqualificazioni (nel 2011 Baldini & Castoldi era ridotta a titolo di una collana di Dalai), la casa editrice vanta un’altrettanto lunga serie di best seller pubblicati: dai romanzi di Fogazzaro, Rovetta e Guido da Verona (non fate quella faccia, a cavallo tra la fine del’ottocento e l’inizio del novecento vendevano un botto), ai successi letterari di Giorgio Faletti, passando per Va’ dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro (16 milioni di copie vendute in tutto il mondo), Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi e Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano di Matteo Molinari e Gino&Michele. A dirla tutta, scorrendo l’elenco dei titoli di successo pubblicati, davvero si fatica a comprendere il numero di volte in cui Baldini&Castoldi è arrivata sull’orlo del fallimento.
Da un mese circa, comunque, la casa editrice entra nel promettente alveo della Nave di Teseo portando in dote la prossima pubblicazione dell’ultimo libro inedito di Giorgio Faletti, L’ultimo giorno di sole, di cui è prevista la pubblicazione a settembre. Facile immaginare che l’investimento si ripagherà da sé.

Black Coffe, Terrarossa e De Piante – Mentre qualcuno rinasce, altri muovono i primi passi con coraggio e un’idea editoriale chiara e ben definita.
Nasce a Firenze Black Coffee, progetto editoriale messo su da Sara Reggiani e Leonardo Taiuti, una coppia tanto appassionata di viaggi e traduzioni da andare fisicamente oltreoceano a cercare nuovi autori indipendenti da pubblicare in Italia. Detta così sembra una spedizione etnografica, e forse non siamo troppo lontani da questo approccio. Tre i loro titoli d’esordio: Happy Hour di Mary Miller, Il corpo che vuoi di Alexandra Kleeman, Lions di Bonnie Nadzam.

In Puglia nasce invece Terrarossa, casa editrice che pur nell’orgogliosa appartenenza al territorio non intende concedere troppo al localismo. Il suo obiettivo editoriale è quello di

valorizzare le voci del nostro territorio che rinunciano al folclore per dialogare con tutti, presidiare i margini del sistema culturale e provare a rivitalizzarlo, pubblicare pochi testi che riteniamo significativi e in grado di confrontarsi con la contemporaneità.

Un manifesto culturale, praticamente, che si declina attraverso i quattro titoli oggi in catalogo, dove sono sempre la giovinezza e il passaggio all’età adulta a fare da sfondo narrativo: Nicola Rubino è entrato in fabbrica di Francesco Dezio, Né padri né figli di Osvaldo Capraro, Il cadetto di Cosimo Argentina e Jenny La Stecca di Claudia Lamma.

Di tutt’altro tono e con tutt’altre ambizioni è la De Piante Editore, una casa editrice nata a Milano con una filosofia (molto) d’essai:

Culturalmente orientata a ottenere il massimo del profitto, dove per profitto si intende la qualità del prodotto, ed economicamente pensata per realizzare il pareggio di bilancio, ossia con un catalogo contenuto dal punto di vista quantitativo, la casa editrice vuole essere per pochi senza essere elitaria, ambiziosa senza essere arrogante, elegante senza essere vistosa.

Detta in soldoni: “pochi libri per pochi“, come recita il suo stesso slogan. E come si evince dal catalogo: Viaggio con Ezra Pound di Piero Chiara, Modesta proposta per quattro trame eversive di Fruttero & Lucentini e Non posseggo nemmeno una Divina Commedia di Eugenio Montale. Tutti e tre stampati in una manciata di copie acquistabili direttamente dal loro sito.

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