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EDITORIA

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L’EDITORIA ITALIANA PROVA A TENERE IL VENTO FAVOREVOLE

Sì, le cose vanno piuttosto bene… ma potrebbero andare molto meglio! E allora cerchiamo tutti di capire dove vanno i lettori e fin dove può seguirli il settore dell’editoria italiana.

Nel suo comunicato stampa, AIE non usa mezzi termini per presentare il suo ultimo rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, parlando addirittura di una trasformazione epocale che ha investito il settore negli anni della pandemia. Epocale è un termine neutro, che giustamente sfugge al binomio fuorviante positivo/negativo e prova invece a tratteggiare tutte le complesse articolazioni dello scenario editoriale. I dati, confrontati con il primo semestre del 2022 (che per scaramanzia non definiremo post-pandemico), cercano di distinguere i fenomeni strutturali dai fuochi di paglia provocati dalle contingenze sanitarie. Ve li raccontiamo brevemente, senza perderci in troppe percentuali.

Il mercato come sta?
Benone, via. I dati di vendita per copie e valore sembrano montagne russe, ma alla fine il dato incoraggiante è che nel primo semestre 2022 segnano un valore medio che viaggia su -1,8% rispetto al 2021, +28% sul 2020 e +15% rispetto al 2019. Considerando che il 2021 è stato dopato dalle presentazioni dei libri rimandati dal 2020 al 2021, non ci si può proprio lamentare. Eppure.
Eppure Ricardo Franco Levi, presidente di AIE, ha subito lanciato un sos al neonato governo per salvaguardare la principale industria culturale del Paese dai rincari dell’energia, delle materie prime (la carta nel 2022 è aumentata del 53%) e dell’inflazione. La sua richiesta è quella di riattivare un credito di imposta per superare questi tempi difficili, vedremo cosa succederà.

La rivincita del catalogo.
Ammetto di aver sbagliato mira: negli anni ho sempre considerato l’impatto di Amazon e dei distributori online esclusivamente sulle librerie, come fosse una mera questione di canale di vendita. I dati attestano invece che le librerie fisiche hanno ripreso terreno e sono tornate il principale canale di vendita, ma anche che l’affermazione dei canali di vendita online ha portato gli editori a valorizzare maggiormente il catalogo, senza trascurarlo in favore dei titoli di punta.

Il fascino discreto del fumetto (e dell’autopubblicazione).
Fumetti e autopubblicati sono in costante crescita. Il trend del fumetto fa più rumore, si vede di più: oggi le nuvole parlanti costituiscono il 13% dei titoli di narrativa e giustamente il Sole24Ore ne parla come di un’eldorado dell’editoria, un prodotto uscito prepotentemente dalla sua nicchia. AIE, nel corso del Lucca Comics & Games ha presentato risultati che continuano a parlare da soli: in termini di fatturato i fumetti nel 2022 sono già cresciuti del 23,7% e mostrano un incremento del 245,4% (!) rispetto al 2019. I libri autopubblicati sono invece un oggetto meno chiaro, soprattutto perché tenuti fuori dalle statistiche ufficiali e non semplici da investigare. Sappiamo però che portano in dote oltre 16mila titoli nel 2021, con una crescita del 55%. Diciamo che restiamo in attesa di scoprire quanto inciderà il costo della carta sul loro avvenire.

All’arrembaggio del mondo!
Oltre a rappresentare la prima industria culturale del Paese, l’editoria italiana si piazza bene anche nella classifica europea, mantenendo un dignitoso quarto posto dietro Germania, Regno Unito e Francia. Abbiamo già parlato dello sforzo compiuto a più livelli (pubblici e privati) per favorire l’internazionalizzazione dei nostri prodotti culturali, che sappiamo vivere un momento d’oro in termini di apprezzamento all’estero.

Chi legge legge, chi non legge non legge.
Quello socioculturale resta uno dei nodi più spinosi della nostra editoria. Nonostante si vendano sempre più libri, sono sempre i soliti quelli che li comprano. Non migliora né il divario nord-sud, né quello tra lettori forti e lettori deboli. Il dato è sconfortante, ma lo sarebbe ancora di più l’idea di abbandonarsi all’idea che questo sia un dato incontrovertibile. Oltre ai crediti di imposta e alla promozione dell’editoria italiana all’estero, ci si augura che si torni ad affrontare un tema di fondamentale importanza con approcci rinnovati e rinnovato entusiasmo.

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