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2021 ANNO D’ORO PER L’EDITORIA ITALIANA

Se ne parla da un po’ ma adesso possiamo tracciare uno scenario completo: il 2021 è stato un anno da record che vi raccontiamo nel dettaglio.

Per affrontare il tema del mercato editoriale 2021 abbiamo scelto di aspettare un po’ ma con cognizione di causa. Troviamo più utile (e interessante) disporre di un’immagine completa per avere consapevolezza delle diverse tendenze che hanno contraddistinto l’anno passato e che inevitabilmente andranno ad incidere su quello in corso.

 

Il 2021 è stato un anno buono per l’editoria italiana?

PRODUZIONE DI LIBRI

85.551 nuovi titoli

+22,9%

LIBRI ACQUISTATI

111,6 milioni di volumi

+18%

VALORE COMPLESSIVO

1,7 miliardi di euro

+16%

PREZZO DI COPERTINA

14,72 € (media)

-2,4%

Sintetizzando, il 2021 è stato un ottimo anno per l’editoria italiana. A fine gennaio Ricardo Franco Levi, presidente di AIE, ha confermato quanto già descritto a dicembre nel corso di Più Libri Più Liberi (e prima ancora a luglio, presentando i dati del primo semestre): il 2021 si è chiuso in forte crescita, soprattutto grazie agli interventi pubblici di sostegno alle imprese editoriali e agli investimenti di queste ultime. L’Italia si assesta al sesto posto in Europa per fatturato editoriale complessivo, mostrando i muscoli con un incremento annuo del 16%, significativamente più alto rispetto a Germania (3%) e Regno Unito (3%) seppure non ai livelli di Francia (20%) e Spagna (20%).

 

Come sono andate le vendite, più nel dettaglio?

LIBRERIA ONLINE

739,93 milioni di euro

+17%

LIBRERIA FISICA

876 Milioni di euro

+16,5%

GDO

739,93 milioni di euro

-2%

Marco Zapparoli, presidente di ADEI, registra con soddisfazione il raggiungimento della quota di mercato del 43% per l’editoria indipendente e la crescita delle vendite dei titoli di catalogo, segnali importanti a tutela della bibliodiversità.

Se è vero che sono stati prodotti molti più titoli ma non sono stati rilevati veri e propri bestseller (per capirci, i primi 50 titoli più venduti corrispondono al 5,4% del totale), viene da pensare che le case editrici abbiano scelto di rimandare la pubblicazione delle opere più promettenti, destinate a campagne di marketing incompatibili con le incertezze legate al clima pandemico e alle sue restrizioni.

Continuano a scendere le vendite tramite GDO, assecondando un trend che va avanti dal 2020. Gli italiani comprano sempre più in libreria fisica e online e sempre meno al supermercato, dove non conviene come un tempo. In freddissimi termini di quote di mercato, la GDO scende in due anni dal 6,4% al 5%, mentre le librerie fisiche recuperano un poco di quel terreno perso a causa delle chiusure occorse nel 2020 a causa dell’emergenza sanitaria.

 

Cosa hanno letto gli italiani nel 2021?

Soprattutto editoria di varia, anche se orfani di bestseller. Il libro più venduto nel 2021 è stato L’inverno dei leoni, l’ultimo capitolo della saga dei Florio composta da Stefania Auci. Al secondo posto Cambiare l’acqua ai fiori, di Valerie Perrin e La canzone di Achille, di Madeleine Miller, libro che negli Stati Uniti è stato fortemente sostenuto dai booktokers.

Interessante il dato di vendita dei fumetti, che descrive un vero e proprio boom. Passare in un anno da 4,7 a 11 milioni di copie vendute si traduce in un +134% che non lascia spazio alle ambiguità. Alle interpretazioni sì, però. Sembra che il genere sia trainato dai manga, ma è da rilevare come l’unico titolo arrivato nella top ten italiana (al 9° posto) sia Le storie del quartiere di Lyon, al secolo Ettore Canu, gamer e youtuber di Sassari. Il libro rappresenta una conferma piuttosto evidente del legame sempre più stretto tra la carta e i social ma descrive anche l’interessante evoluzione di una web-star che da influencer diventa autore seriale (già a fine 2021 è arrivato in libreria il Diario della fine del mondo, quinto libro della serie di Lyon edita da Salani).

Non possiamo neppure dimenticare che il 2021 è stato anche l’anno di Zerocalcare, diviso tra il successo della serie proposta da Netflix, le presenze televisive e lo sdoganamento del suo ruolo di metre a penser. Chiaramente non può giustificare un’impennata di vendite a livello di genere di mercato, ma potrebbe costituire un indicatore di una sensibilità nuova nei confronti delle nuvole parlanti. E confermare quanto i fumetti siano il genere più adatto alla crossmedialità.

 

Cosa NON si è venduto nel 2021?

Non sono tutte rose e fiori, come sanno bene gli attori coinvolti nei due generi editoriali in crisi. I libri di turismo e arte sono rimasti al palo a cui li aveva inchiodati il 2020, e non è difficile capirne le ragioni. Con il settore turistico ridotto ai minimi termini e gli accessi ai musei (e bookshop) centellinati, gli editori di questo comparto hanno registrato nel 2021 un calo di fatturato dell’80%, migliore di appena cinque punti rispetto al 2020. AIE invoca interventi pubblici a sostegno di quelle case editrici che puntano a rimettersi in carreggiata nel corso del 2022, ma all’orizzonte le nubi sono piuttosto burrascose.

 

E del 2022 che si dice?

La carta costa sempre di più, come sappiamo già da diversi mesi. Il mercato del libro 2022 dovrà necessariamente fare i conti con questo fenomeno congiunturale che tutti confidano possa esaurirsi nel medio periodo. Il perdurare di questo fattore potrebbe influire negativamente sulla produzione libraria ma anche incidere positivamente sulle strategie editoriali volte a promuovere i prodotti “immateriali” come gli audiolibri (le cui vendite sono già in crescita) e gli ebook (che invece hanno registrato un leggero calo nel 2021).

La legge sulla lettura ha portato dei benefici strutturali come 18app, il buono acquisto per i diciottenni, e il finanziamento alle biblioteche. Ma anche il limite al tetto massimo sugli sconti: nei mesi avvenire riusciremo forse a distinguere con maggior chiarezza quanto stia effettivamente aiutando le vendite in libreria fisica a discapito della GDO (e a dispetto di AIE, che continua ad ignorare gli effetti reali o potenziali di una misura verso cui ha sempre espresso una posizione fortemente contraria).

I festival e le fiere dell’editoria sembrano in procinto di ripartire con maggiore fiducia, ma ancora non c’è uno slancio tale da far pensare che il settore fieristico sia pronto a dare l’impulso dei bei vecchi tempi.

A completare il quadro ci si mette una certa incertezza normativa, alimentata da una nuova legge sul libro in attesa di vedere la luce e una direttiva UE sul diritto d’autore che dovrà essere recepita (e non sarà una cosa semplice). Le incertezze insomma sono ancora troppe per potersi abbandonare all’idea di una crescita stabile e continua, che non si può escludere, ma neanche predire.

 

PER APPROFONDIRE > Leggi qui il rapporto AIE completo

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