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Al via domani il Salone (delle feste) del Libro di Torino

Torino mostra i muscoli e sfodera un’edizione da record del Salone

I muscoli del toro – Probabilmente ha ragione Angiola Codacci Pisanelli quando scrive sulle colonne de L’Espresso che la concorrenza fa bene al Salone del Libro. I numeri sono sempre il modo più veloce per capirlo: 45 metri quadri di esposizione (+10% rispetto al 2016), 1.060 case editrici presenti, 1.200 appuntamenti in palinsesto. E poi quello che i numeri non possono raccontare: la qualità. Una sfilata di grandi nomi della letteratura e della cultura, chiamati a raccolta dal neo-direttore editoriale Nicola Lagioia: Daniel Pennac, Luìs Sepùlveda, Elena Ferrante, Gianrico Carofiglio solo per citare i nomi più noti.

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Quest'anno la concorrenza fa bene al Salone del Libro: tutte le novità <a href="https://t.co/2TODk1uUX9">https://t.co/2TODk1uUX9</a> <a href="https://t.co/jtJYg0kx08">pic.twitter.com/jtJYg0kx08</a></p>— L'Espresso (@espressonline) <a href="https://twitter.com/espressonline/status/864510772344270848">16 maggio 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Oltre i numeri c’è di più – Ad incorniciare la trentesima edizione del Salone, quella decisiva, la prima a dover affrontare la condizione di perdita di un trentennale monopolio di immagine, oltreché economico e culturale, è un tema perfettamente calato nei nostri tempi: Oltre il confine, splendidamente illustrato da Gipi nella locandina ufficiale.

«L’immagine dell’edizione numero trenta è un libro che scavalca un muro: non è, chiaramente, di questi tempi, un’immagine neutrale. Non è un’immagine oleografica, perché la cultura – per chi la intende come la intendiamo noi – non è un oggetto da mettere in vetrina ma una forza viva, trasformativa, che modifica il paesaggio circostante, che qualche volta cambia addirittura le carte in tavola, o le regole del gioco, che non ti lascia come ti aveva preso, che ti consente di fare esperienza».

Quindi un fiume di celebrazioni e ricorrenze, tra cui ci fa piacere trovare ben 5 eventi dedicati alla figura di don Lorenzo Milani, nel 50° anniversario della scomparsa (interessante la testimonianza di Oliviero Toscani, che trascorse del tempo a Barbiana e fotografò il Priore), ma anche quelli in programma per ricordare Tullio De Mauro, scomparso lo scorso anno, Martin Lutero, nel cinquecentenario dell’affissione delle 95 tesi, e molti altri (Ernesto Che Guevara, Primo Levi, Totò, Roberto Rossellini, etc…).

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">“Oltre il confine” è il titolo della XXX edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino <a href="https://twitter.com/hashtag/SalTo30?src=hash">#SalTo30</a> <a href="https://t.co/rc6bAP06vr">pic.twitter.com/rc6bAP06vr</a></p>— Salone Libro Torino (@SalonedelLibro) <a href="https://twitter.com/SalonedelLibro/status/834355704504971264">22 febbraio 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

La posta in gioco – È evidente: in ballo c’è molto di più di un campanilismo nordico. Si percepisce che Torino non voglia perdere la faccia, naturalmente, ma anche che questo sforzo sia condiviso con quello di un intero establishment istituzionale e culturale. Una classe dirigente intenzionata a dimostrare che il Salone degli ultimi anni, quello degli scandali e degli arresti, è stata una sbandata ormai alle spalle e non l’ennesimo esempio di un sistema Italia incapace di tenere dritta la barra di uno dei principali eventi culturali italiani. E allora prima ancora dei grandi nomi del mondo della cultura, ecco quelli delle istituzioni: dalla presidenza-deus ex machina di Massimo Bray al forte sostegno di Franceschini, dall’apertura affidata al Presidente del Senato Pietro Grasso alla rinnovata presenza del Ministero della Difesa, dal forte coinvolgimento del MIUR fino all’incremento dei fondi che la Regione Piemonte destina ogni anno alla manifestazione (200mila euro in più dedicati agli under18 per l’acquisto di libri in fiera). Il Salone ribadisce insomma la sua natura pubblico-istituzionale, lavorando anche per “ripulire” il ruolo delle istituzioni nella promozione del libro e della lettura.

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