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La costante incarnazione di Amazon

Di prossima apertura a New York il bookshop “fisico” di Amazon, il quarto negli USA

370 metri quadrati di libri cartacei e diversi servizi per quelli digitali. Queste le caratteristiche essenziali del primo bookstore che Amazon aprirà a New York, dopo i tre aperti nel 2015 negli stati di Washington, Oregon e California e prima degli altri quattro che saranno distribuiti fra Massachusetts, Illinois e New Jersey. Sei anni dopo il fallimento di Borders, la seconda maggiore catena di librerie in America, Amazon decide di piazzare il suo presidio nella città roccaforte di Barnes&Noble, il più grande retailer di libri statunitense.

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">Amazon to Open Bookstore in Manhattan - The New York Times <a href="https://t.co/YrE06pkV64">https://t.co/YrE06pkV64</a> via <a href="https://twitter.com/retailwire">@retailwire</a> <a href="https://t.co/XWK5oCmyAd">pic.twitter.com/XWK5oCmyAd</a></p>— RetailWire.com (@retailwire) <a href="https://twitter.com/retailwire/status/817382766362951681">6 gennaio 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Un modello si sta sostituendo all’altro, o forse lo ha già fatto. Amazon ha costretto la vecchia catena libraria, quella basata sul tradizionale modello della distribuzione fisica in negozio, ad inseguirla sul terreno digitale (dove B&N ha preso sonore batoste, vedi alla voce Nook), lanciando solo recentemente le sue librerie fisiche. Immaginiamo che queste non influiranno in maniera determinante nel business internazionale di Jeff Bezos: i bookstore di Amazon sembrano destinati ad un valore simbolico prima che economico. Sono il messaggio di chi può considerare la distribuzione retail come un valore aggiunto e non come cardine del proprio sistema, grazie al precedente sviluppo di un solido modello economico basato sul front-office digitale e sulla logistica di massa.

Amazon aggiunge dunque umanità ad un servizio intrinsecamente privo del rapporto diretto cliente-venditore. E già che si trova utilizza le proprie librerie come banco di prova per l’apertura di altri negozi fisici legati all’alimentare o ad altri prodotti del suo sconfinato catalogo. In attesa di sviluppi dagli States, a noi non resta che immaginare il potenziale impatto di questa politica sul mercato italiano, che sappiamo caratterizzato da una scarsa diffusione locale di librerie. Chissà che il modello Amazon non si dimostri una soluzione economicamente sostenibile anche nella sua declinazione più locale…

 

 

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