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Bookabook che è stata a Book Pride…

… che non ha paura del self publishing fatto bene.

Cos’è bookabook – Un luogo in cui si incontrano produttori e lettori di storie, prima che queste diventino libri. Ma anche una delle più promettenti realtà italiane sviluppate nell’ampia galassia dell’industria editoriale, una giovane impresa (giovane anche anagraficamente: dietro le quinte l’età media è di 27 anni) che si presenta come un tassello del tutto nuovo nel complicato scenario odierno del settore. In sintesi, Bookabook è una piattaforma di self publishing “potenziata”, regolata da due livelli di accesso dei testi candidati alla pubblicazione, un po’ come le canzoni a Sanremo. Ogni libro proposto direttamente da uno scrittore accede alla piattaforma in seguito al parere positivo del team di professionisti chiamato a valutarne la qualità, grossomodo come farebbe un direttore artistico (o l’editore classico, in effetti). Una volta ammesso alla piattaforma online inizia il talent show: è il pubblico della rete a decidere se un libro merita l’accesso al mercato, acquistando in prevendita una copia e contribuendo così al raggiungimento della soglia minima di 150 ordini necessaria alla pubblicazione. Che avviene in grande stile: su carta e ebook, distribuita online e in libreria.

 

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Su <a href="https://twitter.com/rep_milano">@rep_milano</a> <a href="https://twitter.com/annaritab72">@annaritab72</a> racconta bookabook. Grazie mille! E… buona lettura!! <a href="https://twitter.com/hashtag/bookabook?src=hash">#bookabook</a> <a href="https://t.co/3f3tNOrphS">pic.twitter.com/3f3tNOrphS</a></p>— bookabook (@bookabook_it) <a href="https://twitter.com/bookabook_it/status/846639853848604672">28 marzo 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

I punti di forzaBookabook si pone come anello di congiunzione fra l’editoria classica (che annaspa alla ricerca di una nuova identità in uno scenario perennemente mutevole) e il self publishing (storicamente viziato dalla difficoltà di garantire elevati standard qualitativi di prodotto). Di fatto, piuttosto che posizionarsi nel panorama editoriale italiano, la piattaforma contribuisce alla ridefinizione del suo stesso scenario. Il pubblico assume un ruolo centrale senza tuttavia essere dominante, assume un ruolo attivo che favorisce l’engagement e promuove indirettamente la lettura stessa. Allo stesso tempo lo scrittore beneficia di strumenti professionali utili alla promozione del suo libro, che oltre a essere molto ben confezionato beneficia di un sistema di collaborazioni di alta qualità: bookabook affida la distribuzione fisica e l’accounting al gruppo Messaggerie e la promozione a MaraVitali Comunicazione. Ultimo (e forse più importante) punto: i libri pubblicati dalla piattaforma non hanno diritti di esclusiva. Questo significa che un libro di successo può essere pubblicato successivamente con altre case editrici, come accaduto nel 2014 con Gli Scaduti di Lidia Ravera, “nato” su bookabook e poi ripubblicato da Bompiani.

BB+BP – Anche quest’anno il Book Pride, la fiera milanese dell’editoria indipendente, ha pensato bene di ospitare e offrire un ruolo significativo a bookabook. Oltre ad essere fra i promotori dell’originale concorso letterario Imprese Narrative, la Società ha organizzato un incontro con le start-up che si occupano di innovazione editoriale e una lezione aperta su come si realizza un buon pitch. Una partecipazione in pieno “spirito del tempo”, dunque, e piuttosto lungimirante: bookabook non è in competizione con le case editrici e può invece rappresentare un’importante direzione per la loro attività di scouting. Fa invece sorridere che altrettanta attenzione non sembra essere stata dedicata da Torino e Milano: la sensazione è che il dibattito sul Salone del Libro e le beghe politico-strategiche sull’organizzazione dei due eventi abbiano deviato l’attenzione da una attenta riflessione sul futuro dell’editoria ai tempi dell’amaro self publishing e – soprattutto – dell’ancora più amara realtà di un Paese, il nostro, bisognoso di strategie per promuovere la lettura. A conferma del fatto che su questo tema si naviga a vista, l’ammissione di AIE comparsa sul sito di Tempo di libri:

Se in America e in generale nei Paesi anglofoni questi dati cominciano a essere disponibili e a dare contezza di un mondo sempre più delineato e in crescita, in Italia l’autopubblicazione rimane più sfuggente, almeno a livello di numeri e statistiche chiari, e quindi il suo impatto sulla scena e sul mercato editoriale – ancora ampiamente in corso – non è ancora quantificabile in termini economici, né qualificabile in termini di cambiamenti dell’ambiente editoriale-letterario, se non a grandi linee.

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