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EDITORIA

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DALLA NORMALE A SUBIACO
INCONTRO CON LUIGI AMBROSIO

Grazie alla preziosa partecipazione del direttore della Normale di Pisa, il quarto incontro della serie Diàlogos ha avuto per protagonista la matematica. Paura, eh?

Un’immersione in una dimensione che appartiene a pochi, una specifica branca della matematica in cui il confine con filosofia, economia, informatica e sociologia diventa davvero molto labile. Almeno a livello teorico. Perché nei fatti, la Teoria dei Giochi che il professor Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Superiore Normale di Pisa, ha raccontato ai ragazzi di Subiaco è stata inevitabilmente descritta attraverso un piccolo campionario di funzioni, matrici e altre operazioni che evitiamo di citare, solo per evitare brutte figure.

Bisogna dire che nella giovane storia di Diàlogos, la serie di incontri promossa da Ingegno Grafico con l’I.I.S. Braschi-Quarenghi di Subiaco per avvicinare gli studenti (e non solo loro) alle figure più significative del mondo della cultura italiana, il prof. Ambrosio è senza dubbio il relatore a cui è toccato il compito più arduo: far scattare nei ragazzi una scintilla di curiosità nei confronti della matematica, statisticamente la materia meno amata dai liceali del mondo. Un compito a cui si è prestato con grande affabilità nel pomeriggio di sabato 9 novembre, presso l’aula magna dell’Istituto Braschi-Quarenghi di Subiaco, davanti ad una platea eterogenea e curiosa.

Il Professore ha attraversato la sua materia con il fare pacato e implacabile di un rompighiaccio. Mai avevamo sentito pronunciare con tanta naturalezza il termine brachistocrona (parola che indica un cicloide e non un dinosauro, come si potrebbe pensare). E sebbene non tutti i concetti emersi dal solco tracciato si siano rivelati di immediata comprensione, attraverso di essi Ambrosio è riuscito a trasmettere al pubblico l’aura dei grandi che li hanno elaborati. Tra loro i padri della moderna Teoria dei Giochi, Morgenstern e Von Neumann, e il più celebre John Nash, reso popolare nel 2001 dal biopic A beautiful mind di Ron Howard.

Particolarmente suggestiva si è rivelata la presentazione della Scuola Normale Superiore di Pisa, con cui Luigi Ambrosio ha introdotto il suo intervento. Il leggendario istituto, che lo ha visto prima studente e oggi direttore, costituisce un’eccellenza italiana nel mondo. Le parole del Direttore trasmettono con grande efficacia l’idea di un universo parallelo in cui le più brillanti menti del nostro Paese vengono coltivate perché possano esprimere tutto il loro potenziale. I normalisti oggi sono circa 700, tra allievi, PhD, post doctoral e visiting fellows. Parliamo di studenti che accedono ad un sistema di insegnamento unico nel suo genere, in cui la convivenza e la condivisione del sapere assumono un ruolo centrale. Con giustificato orgoglio Ambrosi ricorda che dalle aule della Normale sono usciti due Presidenti della Repubblica, due Presidenti del Consiglio, due premi Nobel e una Medaglia Fields (per intenderci l’equivalente del Nobel destinata ai matematici under 40). Proprio quest’ultima ha suscitato negli studenti particolare curiosità, visto che la vittoria del romano Alessio Figalli, classe ’84, risale ad appena un anno fa.

La conclusione dell’evento ha regalato alla platea una piccola grande sorpresa. Antonio Scenti ha raccontato il trait d’union che lega Subiaco ad un normalista d’eccezione: Enrico Fermi. Un’inedita serie di fotografie d’epoca ci ha mostrato il Fisico in posa tra i Monti Simbruini. Più in dettaglio Fermi si trovava nei pressi dell’ex Monastero di San Donato, dove si recò in visita a don Ernesto Bonaiuti, professore di Storia del Cristianesimo dell’Università di Roma scomunicato nel 1926 per le sue posizioni moderniste ed espulso dall’università in seguito al suo rifiuto di giurare fedeltà al fascismo. Cartoline da un tempo drammatico, dove la coerenza ideologica poteva costare molto cara, che speriamo abbiano offerto ulteriori spunti di riflessione ai tanti ragazzi presenti in sala.

 

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