LINGUA ITALIANA
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Elisione e troncamento
I fenomeni che i linguisti chiamano di “fonetica sintattica” dipendono da particolari incontri di fonemi all’interno della frase, per cui, pronunciando le parole, le uniamo più o meno strettamente fra di loro seguendo una certa intonazione e un certo ritmo.
Elisione e troncamento sono due di questi fenomeni.
L’elisione è la perdita (fonetica e grafica) della vocale finale atona di una parola davanti alla vocale iniziale della parola seguente. Nella scrittura va indicata con l’apostrofo: un’attrice, bell’esemplare, quell’uomo.
Ci sono casi in cui l’elisione grafica si pratica di norma, casi in cui è probabile ma non sempre presente e casi in cui non va mai applicata.
L’elisione è normale con gli articoli singolari e con le relative preposizioni articolate (l’erba, dell’età, un’amica); con gli aggettivi dimostrativi singolari questo, questa, quello, quella (quell’albero, quest’area, quell’epoca); con bello e bella (bell’idea, bell’uomo); con santo e santa (sant’Agostino, sant’Anna); con come e ci davanti al verbo essere (com’è andata?, c’è, c’erano) e in alcune espressioni come mezz’ora, senz’altro, tutt’altro, ecc.
Il troncamento (o apocope) è la caduta della parte finale di una parola. In italiano, distinguiamo troncamenti sillabici (quel signore) e vocalici (buon uomo). A differenza dell’elisione, che si verifica solo quando la parola successiva inizia per vocale, il troncamento può verificarsi anche quando la parola successiva inizia per consonante.
I casi più comuni di troncamento si hanno con bello e santo, che diventano bel e san (bel tipo, san Giorgio, bel problema). Il troncamento è obbligatorio in buon giorno, ben fatto, buon anno, nell’articolo uno (un ospite) e negli indefiniti composti con uno (ciascun abito, nessun operaio, ecc.).
Altri casi in cui è usuale il troncamento sono frate (fra Cristoforo), dottore, ingegnere, professore (dottor Rossi, ingegner Giusti, professor Bianchi), tale e quale (un tal individuo, qual è, qual buon vento).
In genere nessun segno grafico indica il troncamento. Solo in pochi casi si usa l’apostrofo: po’ (poco) e di’, fa’, va’, sta’, da’ (imperativi dei verbi dire, fare, andare, stare, dare).