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EDITORIA

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I GIOVANI E LA LETTURA, TRA SPERANZE E RESPONSABILITÀ

Ma il libro può davvero competere con uno smartphone tra gli interessi di un preadolescente? Sì, se gli togli lo smartphone. Scherzi a parte, abbiamo un problema con i giovani e l’urgente necessità di adottare pratiche più efficaci nella promozione della lettura.

Nel corso dell’ultima edizione del Bologna Children’s Bookfair, AIE ha presentato un approfondito studio sull’editoria per l’infanzia affidato al suo inossidabile centro studi. Il quadro descritto è roseo, come spesso accade per le rilevazioni degli ultimi anni pubblicate dal centro studi dell’Associazione, caratterizzato da percentuali col segno più che non riportiamo per non tediarvi ma che vi riassumiamo nei concetti chiave.

  • Negli ultimi 4 anni sono aumentate di circa il 3% le copie di libri per bambini e ragazzi vendute in Italia;
  • Tra i fattori trainanti c’è il cospicuo incremento delle vendite di fumetti e manga, che nei quattro anni passano da 319k a 1.019k copie (+220%);
  • I libri per l’infanzia (0/5 anni) rappresentano poco meno della metà del fatturato complessivo di copie di libri per bambini e ragazzi vendute.

E poi altre cose meno interessanti, tra cui alcune persino divertenti: è davvero encomiabile il rigore scientifico con cui AIE fa presente come “L’autonomia di scelta su cosa leggere aumenta al crescere dell’età”. Chi l’avrebbe mai detto.

Bisogna dire che buona parte dello studio non è che poggi proprio su dati scientificamente incontrovertibili, né d’altra parte sarebbe possibile. Molte delle conclusioni raggiunte dagli analisti (il maggior tempo dedicato dai genitori alla lettura con i figli, il voto al piacere di leggere, il tempo che i minori riservano alla lettura, etc.) sono basate su rilevazioni soggettive, ricavate da un campione che in molti casi non risponde autonomamente alle domande che gli vengono sottoposte. Tra i risultati più originali spicca la forte crescita delle biblioteche scolastiche come luogo privilegiato di diffusione della lettura, un dato che curiosamente fa il paio con la celebrazione dell’ormai collaudata iniziativa #ioleggoperché con cui AIE ogni anno promuove il ripopolamento dei suddetti scaffali (e anche le vendite di libri). Insomma, l’oste non perde occasione per ricordarci quanto è buono il suo vino.

Se però parlo di questi dati – di per sé, devo dire, non proprio irresistibili per interesse – è per via di uno specifico risultato che mi ha incuriosito. L’ultima slide, quella lasciata al tempo residuale dello speaker, descrive il tracollo della lettura tra gli interessi dei giovanissimi una volta raggiunta la soglia dei 10 anni. Praticamente la lettura, stabilmente al terzo posto tra i passatempi dei bambini (che – bisogna dirlo – non ne hanno moltissimi altri), finisce improvvisamente al quindicesimo quando scocca la preadolescenza. Cosa succede nella fascia 10-14 anni? Beh, che aumentano gli stimoli e la lettura non ce la fa a tenere botta. In altre parole, nelle mani degli ex-bambini fanno la loro comparsa i cellulari e con loro Whatsapp, i social network, le app, TikTok e il web generico. E bye-bye libro. Praticamente si scopre che non solo gli adolescenti iniziano ad essere autonomi sulla scelta delle cose da leggere, ma anche sulla scelta del leggere in sé.
Allora la faccenda si fa strutturalmente più interessante perché facendo un giro sul web ho trovato numerosi articoli che sostanzialmente ricalcano quanto scritto quasi due anni fa (luglio 2021) a proposito del rapporto tra editoria e TikTok. Da allora sembra cambiato pochissimo: le case editrici continuano a cercare di capirci qualcosa, di governare appieno uno strumento che non vuole saperne di essere domato. E non si tratta solo un problema di marketing, si badi bene.

Il tema è strettamente connesso ad una dispersione scolastica che in Italia ha raggiunto il 12,7% (fonte: Save the Children 2022). Se questo fenomeno origina un problema nazionale, gli attori della filiera editoriale sono posti davanti a ben altre responsabilità che non quelle assolvibili attraverso il ripopolamento delle biblioteche scolastiche. Molto più che #ioleggoperché, trovo ad esempio interessante l’esperimento di formazione su Instagram e TikTok che AIE rivolge agli editori con i suoi Venerdì dei social. E se da un lato si rilevano apprezzabili iniziative come BookTuberPrize, il premio per i giovani videorecensori letterari promosso dal Centro per il libro e la lettura, dall’altra non si percepisce altrettanta convinzione nella progettazione di iniziative tese a promuovere la fascinazione della parola scritta verso la troppo vasta platea di giovani che rifuggono il libro in tutte le sue forme. I manga e BookTok potrebbero essere buone leve con cui sollevare questo mondo, a patto di affrontare la questione con coraggio, ostinazione e creatività.

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