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LINGUA ITALIANA

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La divisione sillabica

La sillaba è un fonema o un gruppo di fonemi che si articola in modo distinto e autonomo, con una sola emissione di voce. La struttura della sillaba può variare: V, CV, VC, CVC, CCV ecc., dove C e V sono, rispettivamente, consonante e vocale.

Le sillabe che terminano in vocale si dicono aperte o libere (le due sillabe di ca-sa), quelle che terminano con una consonante si dicono chiuse o implicate (la prima sillaba di al-tro).

Le parole composte da un’unica sillaba, che può anche essere una sola vocale, si chiamano monosillabi; quelle di più sillabe polisillabi, che a loro volta si dividono in bisillabi, trisillabi, quadrisillabi ecc.

In italiano il centro di una sillaba è sempre costituito da una vocale. L’inventario fonematico italiano comprende le vocali, le consonanti e due semiconsonanti: /j/, detta iod, e /w/, detta uau, che compaiono esclusivamente nei dittonghi e nei trittonghi.

Il dittongo è un’unità sillabica formata da una i o una u senza accento e da una vocale con o senza accento (pia-no, ie-ri, pio-ve, chiu-di, gua-do, guer-ra, uo-mo, gui-da).

L’unione della i, della u (sempre atone) e di una qualsiasi altra vocale, generalmente accentata, dà luogo al trittongo (suoi, guai, a-iuo-le).

Quando due vocali vicine non formano un dittongo si parla invece di iato (distacco). C’è iato, per esempio, quando nessuna delle due vocale è una i o una u (pa-e-se, cor-te-o), quando la i o la u sono accentate (pa-u-ra, spi-a) e dopo i prefissi ri-, bi-, tri-, perché si avverte separazione tra i due elementi che costituiscono la parola, il prefisso e la base: ri-u-nio-ne, bi-en-nio, tri-an-go-lo.

In fin di riga le parole non possono essere spezzate arbitrariamente, ma conservando integra l’unità della sillaba seguendo delle regole che variano da lingua a lingua. Di seguito le principali regole per la corretta sillabazione italiana.

Una vocale iniziale di parola, seguita da una sola consonante, fa sillaba a sé (i-so-la, a-ni-ma).

Le consonanti semplici fanno sillaba con la vocale che le segue (se-re-ni-tà, vo-le-re-mo).

Le consonanti doppie si dividono tra le due sillabe (os-ses-sio-ne).

Gruppi di due o tre consonanti diverse tra loro fanno sillaba con la vocale seguente se possono venire a trovarsi in principio di parola, ad esempio: a-bra-si-vo, pu-le-dro, ma-gro. In italiano abbiamo infatti parole che iniziano con br- (brano), dr- (dramma), gr- (grano).

Il gruppo di s seguita da un’altra consonante (o da più consonanti) non si divide (no-stro, na-sco, e-sco).

Nei gruppi di due o tre consonanti diverse fra loro che non possono trovarsi in principio di parola, la prima consonante va con la vocale precedente, l’altra o le altre con la vocale della sillaba che segue, ad esempio: a-rit-me-ti-ca, sub-do-lo, per-pe-tra-re. In italiano non abbiamo infatti parole che iniziano per tm-, bd-, rp-.

Digrammi e trigrammi non si dividono mai: se-gno, fa-scia, mi-glio.

Sono indivisibili i dittonghi e i trittonghi (pau-sa, pio-ve, pian-ta, a-iuo-la), mentre due vocali in iato possono essere divise: (pa-u-ra, be-a-to, ma-ni-a-co).

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