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EDITORIA

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Il trailer di C’è posta per te

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Apre a <a href="https://twitter.com/hashtag/Milano?src=hash">#Milano</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/LibreriaCultora?src=hash">#LibreriaCultora</a>: dopo <a href="https://twitter.com/hashtag/Roma?src=hash">#Roma</a> anche la capitale meneghina ha la sua <a href="https://twitter.com/hashtag/libreria?src=hash">#libreria</a> di <a href="https://twitter.com/hashtag/editoriaindipendente?src=hash">#editoriaindipendente</a><a href="https://t.co/JtQcEvefJG">https://t.co/JtQcEvefJG</a> <a href="https://t.co/dKh6wih5Yz">pic.twitter.com/dKh6wih5Yz</a></p>— Cultora (@cultorait) <a href="https://twitter.com/cultorait/status/874167641627406336">12 giugno 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

La primavera delle librerie indipendenti

Sbocciano un po’ ovunque e si riprendono una fetta del mercato che a suo tempo avevano ceduto ai colossi editoriali. Ma con quale identità?

You’ve got a mail – Vi ricordate il film con Tom Hanks e Meg Ryan reo di aver fornito il titolo all’immarcescibile C’è posta per te di Maria De Filippi? Si trattava di una commediola sentimentale senza troppe pretese, di quelle che andavano alla grande negli anni ’90, in cui la storia d’amore fra i protagonisti aveva per sfondo un paradosso del sogno americano. Già, perché la piccola e determinata libraia indipendente di New York (Meg Ryan) si trovava impegnata in una strenua resistenza nei confronti dell’insensibile manager dell’editoria (Tom Hanks), intenzionato ad aprire un bookstore dalle sue parti (e a farla chiudere, ovviamente). Correva l’anno 1998, le email erano ancora una roba yuppie (in Italia poi…) e l’editoria sviluppava i suoi ipertrofici colossi a livello globale. Le piccole librerie chiudevano e i gruppi editoriali tendevano ad inglobare tutti i ruoli della filiera, dalla produzione alla distribuzione. Come finisce la storia? Ma lo sapete bene: arriva Godzilla – aka Amazon – e si mangia tutti.

NYC Book Expo 2017 – Eccoci ai giorni nostri. Giorni di paradossi in cui Amazon decide di aprire su strada e il libro di carta torna a crescere dopo la sbornia collettiva del digitale. Emblematica la fotografia emersa dal Book Expo 2017 appena conclusosi a New York: vendite di libri cartacei in lieve crescita, boom degli audiolibri (vera gloria o fuoco di paglia?) e – soprattutto – la rinascita delle librerie indipendenti. Le librerie indie, come dicono gli yankee. Mentre i giganti dell’editoria (se non si chiamano Amazon) arretrano, complice probabilmente lo sviluppo dell’editoria indipendente e del self publishing.
Ma non solo. In una scena del film, davanti al cantiere della nuova catena di librerie – e allo scoramento dei suoi dipendenti – Meg Ryan afferma con sicurezza:

Non c’entra niente con noi. È enorme, impersonale, troppo fornita e piena di ignorantissimi commessi.

Difficile ammetterlo ma Meg Ryan un po’ aveva ragione.

 

Una rondine non fa primavera, però… – Una bella notizia è che anche in Italia c’è chi segue il trend. È stata inaugurata sabato 10 giugno la “filiale” (ma il termine è fuorviante) milanese della libreria Cultora, incarnazione fisica dell’omonimo portale di informazione culturale curato da Francesco Giubilei (editore) e Daniele Dell’Orco (Direttore Editoriale), che va a fare il paio con la “sede” romana aperta appena un anno fa. Anche in questo caso – con le dovute proporzioni rispetto ad Amazon – siamo di fronte ad un luogo fisico aperto come espressione di un’esperienza digitale di successo. E di un modo nuovo di intendere la libreria: Cultora offre soltanto editoria indipendente e servizi che possiamo considerare complementari. L’introduzione di uno spazio di co-working e l’adozione di un palinsesto di eventi permettono infatti alla libreria di avere quelle caratteristiche che il digitale non può offrire: il fattore esperenziale, la condivisione di uno spazio fisico non destinato esclusivamente alla vendita, l’orientamento del lettore nel mare magnum dell’offerta editoriale indie. Insomma, a occhio e croce la libreria che vorrebbe aver aperto Meg Ryan per salutare il fallimento del suo concorrente.

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