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LINGUA ITALIANA

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La punteggiatura

La punteggiatura (o interpunzione) serve a indicare le pause tra le frasi o tra le parti che compongono una stessa frase, a esprimere rapporti di coordinazione e di subordinazione, a suggerire il tono del discorso. In italiano distinguiamo i seguenti segni di punteggiatura: il punto (.), il punto interrogativo (?), il punto esclamativo (!), la virgola (,), il punto e virgola (;), i due punti (:), i puntini di sospensione (), le virgolette (« », “ ”, ‘ ’), il trattino (, ), le parentesi tonde ( ), le parentesi quadre [ ], la sbarretta (/), l’asterisco (*). Inoltre, altri segni interpuntivi sono propri di usi specialistici, ad esempio le parentesi uncinate < > usate in filologia e le parentesi graffe { } usate in matematica. Si dovrebbe poi considerare anche il capoverso, che contrassegna la maggiore delle pause o il passaggio da una sequenza alla successiva.

Possiamo individuare quattro funzioni fondamentali della punteggiatura.

La funzione segmentatrice è quella principale e consiste nel segmentare un testo distanziandone gruppi di componenti. Rientrano in questa funzione il punto, la virgola, il punto e virgola, il trattino, le virgolette, occasionalmente i due punti. I segni di interpunzione possono poi avere una funzione sintattica, esplicitando il rapporto gerarchico tra due proposizioni o tra due elementi della medesima proposizione.

Ad esempio, nella frase prendi l’ombrello: piove i due punti sostituiscono la congiunzione subordinante “perché”; nella frase sono molto stanco: non esco sostituiscono invece la congiunzione coordinante “quindi”.

La funzione emotivo-intonativa, che suggerisce l’intonazione della frase, è svolta prevalentemente dal punto interrogativo, dal punto esclamativo e dai puntini di sospensione.


La funzione di commento (o metalinguistica) si ha quando si compie un qualsiasi intervento esterno al testo. In un articolo di giornale, ad esempio, le parentesi possono includere un commento o una precisazione del cronista, accompagnata dalla sigla ndr (nota del redattore). Le virgolette, oltre a introdurre un discorso diretto, possono contrassegnare un termine o un’espressione insolita oppure la particolare accezione in cui vengono adoperati, o anche segnalare la presa di distanza di chi scrive.

Spesso l’importanza di usare correttamente i segni d’interpunzione viene sottovalutata, eppure il significato delle frasi può cambiare completamente proprio in funzione della punteggiatura. Eccone alcuni esempi:

 

Gli alunni che erano in ritardo furono rimproverati (non tutti, ma solo alcuni).

Gli alunni, che erano in ritardo, furono rimproverati (tutti).

 

I rapinatori uscirono; sparando un poliziotto li rincorse.

I rapinatori uscirono sparando; un poliziotto li rincorse.

 

Ringraziamo degli auguri. I custodi dello stabile (i custodi ringraziano).

Ringraziamo degli auguri i custodi dello stabile (i custodi sono ringraziati).

Woman, without her man, is nothing (la donna, senza il proprio uomo, non è nulla).

Woman, without her, man is nothing (la donna, senza di lei, l’uomo non è nulla).

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