L’OTTOBRATA EDITORIALE
È UN MIX DI CONTRADDIZIONI

Mentre chiude col botto SalTo21, proviamo a fare qualche considerazione sullo scenario editoriale che verrà. Premessa: non c’è rosa senza spine…

Sarà interessante, un domani, rileggere questi tempi nei loro intrecciati rapporti di causa effetto: non capita tutti i giorni che un intero sistema globale si inceppi. Né probabilmente ci ricapiterà di assistere ad un intero sistema globale che si rimette in moto e cercando di ritrovare la strada tra mille imprevisti. L’ottobre editoriale che stiamo vivendo pare proprio mettere in evidenza tutte le contraddizioni del momento.

Si è chiusa da pochissimi giorni la principale manifestazione italiana dedicata al libro. Il Salone del Libro di Torino, spostato da maggio a ottobre con la speranza che la campagna vaccinale in corso permettesse di realizzare l’evento, ha di fatto tradito le aspettative. In senso nettamente positivo: 148mila le presenze al Lingotto a fronte delle 70/80mila previste dal direttore artistico Nicola Lagioia. Un risultato superiore persino al 2019, ovvero al vecchio mondo.

Sicuramente dietro al risultato c’è tanta voglia di ripartire sia da parte delle case editrici (presenti il 97% di loro rispetto all’edizione 2019) che dal pubblico. SalTo 2021 ha avuto il coraggio di andare incontro alla voglia di tornare agli eventi di massa, quelli con le file ai botteghini e le platee piene. Poteva essere un azzardo, considerando le incertezze di un’emergenza sanitaria ancora non conclusa, ma essere stati i primi ha permesso agli organizzatori di voltare pagina con numeri record e una manifestazione forse mai così pop, capace di attrarre oltre 50mila giovani.

Numeri importanti anche per le vendite dei libri. Quasi tutti gli editori segnalano un incremento e molti un incremento a due cifre. Dati coerenti con quelli presentati da AIE proprio al Salone: le vendite dei libri sono cresciute del 28% rispetto al 2020, mentre sono in leggera flessione i prezzi di copertina, complice l’entrata in vigore della Legge sul Libro (ne avevamo parlato qui). Tuttavia i dati segnalano un certo sbilanciamento nel pubblico, mostrando infatti un calo nel numero di lettori. Il che significa che meno persone leggono di più mentre più persone leggono meno. Uno scioglilingua che meriterebbe una riflessione molto approfondita nel caso in cui dovesse consolidarsi questo trend.

A mettere a rischio la crescita nelle vendite nei prossimi mesi è invece un fattore difficile da prevedere e ancora più complicato da arginare. È aumentato notevolmente il costo della carta, e in particolare della carta di cui sono fatti i libri. Se oggi il suo prezzo ha subito un incremento del 70% rispetto allo scorso anno, nei prossimi mesi si rischia di veder lievitare ancora i costi della materia prima, con conseguente difficoltà per piccoli e grandi editori. I primi rischiano di dover diminuire il numero di titoli in catalogo, i secondi di non poter ristampare un imprevisto successo di vendite. Chi volesse approfondire la complessità di questo scenario può leggere l’articolo pubblicato pochi giorni fa su Il Post.

Il punto è che nonostante i numeri incoraggianti del Salone del Libro e delle vendite, attraversiamo un momento di grande instabilità. Il sistema editoriale sta cercando di riconquistare un equilibrio in una fase storica in cui ogni sistema produttivo, sociale e normativo sta facendo lo stesso. Aumentano le vendite di libri ma sta finendo la carta, riprendono le grandi manifestazioni in presenza ma solo grazie al green pass, in quanto l’emergenza sanitaria non è ancora conclusa. Trova applicazione la legge per la promozione del libro e della lettura col risultato che le librerie fisiche vendono di più ma allo stesso tempo diminuisce il numero di lettori. I fenomeni a cui assistiamo sono molti e contraddittori e chiamano l’intero settore alla necessità di programmare interventi correttivi nel breve e medio periodo. Per uscire dall’emergenza meglio di come ne siamo entrati.