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EDITORIA

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L’IDEA DI UN MUSEO DELL’EDITORIA AL POSTO DELLA BIBLIOTECA

Detta così suona male ma in realtà è l’interessante proposta di AIE per riempire gli spazi di Palazzo Sormani a Milano

In questo 2021 Milano sembra uscire dalle nebbie della pandemia con una serie di investimenti davvero importanti tesi a rafforzare (blindare?) la sua immagine di città del libro e dell’editoria. Già ad aprile scorso il ministro Franceschini annunciava l’inserimento dell’ormai leggendaria BEIC – Biblioteca Europea di Informazione e Cultura tra i 14 interventi nazionali strategici finanziati dal Piano per i Grandi attrattori culturali previsto dal Piano Nazionale di ripresa e resilienza. Il progetto della super-mega-stra-biblioteca milanese da realizzare nell’area dell’ex stazione ferroviaria di Porta Vittoria sembra finalmente in procinto di essere finanziato nella sua versione 2.0 con 101,574 milioni di euro. Un finanziamento coerente con la seconda versione del progetto, quello riformulato nel 2012 in seguito alla raggiunta consapevolezza che nessuno sarebbe riuscito a raggranellare i 390 milioni di euro previsti dal progetto originale del 1996. Per la storia integrale del progetto, davvero ambizioso sia nei contenuti che nella forma, rimandiamo al sito www.beic.it.

Se tiriamo fuori questa storia ad agosto è perché il finanziamento è tornato d’attualità grazie alla proposta di Ricardo Franco Levi, presidente di AIE – Associazione Italiana Editori. Consapevole che l’ormai certa istituzione della BEIC libererà Palazzo Sormani dall’onere di ospitare la biblioteca comunale di Milano, Levi si è fatto avanti proponendo una nuova destinazione d’uso per gli spazi dello storico edificio meneghino: diventare sede del Museo del Libro e dell’Editoria. L’idea è interessante e di fatto rappresenta anche una giusta celebrazione del comparto privato: se Milano è città del libro, lo deve anche alle case editrici che la abitano e che si fanno carico di una consistente fetta della produzione culturale italiana. La loro storia, che spesso coincide con le pagine più virtuose dell’industria italiana (chi ci legge lo sa bene), potrebbe essere raccolta, divulgata e celebrata in un luogo simbolico come Palazzo Sormani. Luogo chiamato così a diventare anche sede di una rinnovata sinergia tra pubblico e privato.

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