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L’insolito caso Bompiani

Notizia di pochi giorni fa, la cessione di Bompiani da Mondadori a Giunti. In poco più di un anno Bompiani cambia tre volte proprietario.

La notizia – Con significativo tempismo, dopo la conclusione delle incertezze sul futuro della fiera nazionale del libro (di cui da adesso in poi dovremo parlare al plurale), arriva un altro epilogo significativo riguardante il settore editoriale, quello relativo al destino di Bompiani. “Annessa” a Mondadori nell’ottobre 2015 (in seguito al discusso acquisto di RCS Libri, di cui faceva parte), la casa editrice è stata ceduta a Giunti per la cifra di 16,5 milioni di euro. Alla base della decisione le misure correttive disposte a marzo dall’Antitrust per l’autorizzazione alla nascita della concentrazione Mondadori-RCS.

La diaspora – Bompiani fu uno dei motivi di dibattito più accesi durante la creazione del mega-polo editoriale Monadori-RCS. Elisabetta Sgarbi, allora direttore editoriale della casa editrice, rassegnò le dimissioni a novembre 2015 in polemica con una concentrazione verosimilmente destinata a minare l’autonomia dei singoli marchi. Con lei numerosi autori della casa fondata da Valentino Bompiani (a partire dal decano Umberto Eco), che arrivarono a esprimere il proprio dissenso in una lettera aperta. Non solo: dal dissenso si è velocemente passati ai fatti con la fondazione della casa editrice La nave di Teseo, guidata sempre da Elisabetta Sgarbi.

Bompiani oggi – Mondadori cede dunque alla fiorentina Giunti un marchio reduce da un anno difficile. Giunti comunica con soddisfazione l’acquisto «di un marchio storico e di un catalogo d’eccellenza che, da sempre, dalle origini, ha la vocazione a portare autori, cultura, idee al grande pubblico.» Alla luce del recente passato di Bompiani, aspettiamo di capire se Giunti sarà in grado di rivitalizzare la sua citata vocazione e rilanciare l’identità che ha contraddistinto per quasi un secolo lo storico marchio milanese.

 

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