EDITORIA
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La disfida dei due saloni: Milano vs Torino
Riassunto provvisorio della telenovela dell’estate editoriale 2016: la disfida che vede lo storico Salone del Libro di Torino affiancato dal nuovo progetto fieristico milanese.
I FATTI – Per qualcuno si tratta di un furto operato da Milano nei confronti di Torino. Per altri invece siamo di fronte all’inevitabile conseguenza di errori strategici e grane giudiziarie di cui il Salone del Libro di Torino è stato protagonista negli ultimi anni. Sta di fatto che a nulla sono valsi gli sforzi profusi dalla neo-sindaca Appendino e da Sergio Chiamparino: a fine luglio il Consiglio Generale dell’AIE – Associazione Italiana Editori ha reso ufficiale la decisione adottata già a febbraio, quella di uscire dalla Fondazione che organizza il Salone di Torino e abbandonare così, di fatto, lo storico appuntamento di settore. Contemporaneamente è arrivata la comunicazione con cui la stessa AIE annuncia per settembre l’adesione ufficiale al progetto fieristico sul libro promosso da Fiera Milano, formalizzando una joint venture che prevede una sua partecipazione per il 49% rispetto al 51% dell’Ente meneghino.
LUI, LEI, L’ALTRO – Le reazioni contribuiscono a dipingere la vicenda con toni da romanzo d’appendice: Milano esulta, Torino si offende, l’AIE risponde con fermezza e (almeno apparente) disponibilità a future collaborazioni con la stessa Fondazione da cui si sta separando. Come dire: ci siamo tanto amati, cerchiamo almeno di rimanere amici. Naturalmente Torino non può che controbattere annunciando strascichi legali, probabilmente utili soltanto alla coerenza narrativa del feuilleton.
L’AIE – Da qui in poi la storia si sviluppa in casa AIE. Il comitato interno per il no, capitanato da Feltrinelli, ha sostenuto fino alla fine la necessità di ragionare su un progetto interno condiviso prima di aderire a nuove proposte. E così la decisione, presa a febbraio con una maggioranza schiacciante (32 a 7, più 8 astenuti), ha innescato una posizione ideologica capace di spostare la questione ben al di là della partecipazione o meno al Salone di Torino. Lindau, minimum fax, Laterza, Newton Compton e diverse altre case editrici hanno lamentato pubblicamente una scarsa partecipazione democratica a una decisione tanto importante. Mentre in undici hanno annunciato all’AIE le proprie dimissioni, con tanto di lettera aperta al presidente Federico Motta. La denuncia relativa allo scarso coinvolgimento e al malcontento serpeggiante nell’organizzazione è stata rispedita al mittente ma in molti – anche senza presentare dimissioni – sostengono la necessità di un rinnovamento all’interno dell’associazione.
LO SCENARIO – Ed è così che la storia partita romanzetto finisce western. Mentre si formano fazioni e gruppi di pressione più o meno battaglieri, ci prepariamo ad assistere a due fiere del libro programmate per maggio 2017: la prima fiera del libro di Milano si affiancherà alla trentesima edizione di un Salone del libro di Torino sostanzialmente ridimensionato sotto il profilo fieristico. Un Salone probabilmente affidato all’ex-ministro dei Beni Culturali Massimo Bray (la conferma ci sarà solo il 20 settembre), già pubblicamente critico nei confronti di questa duplicazione di eventi che ha più il sapore di un doppio dimezzamento.