EDITORIA
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Tempo di libri a Milano
Sciolta la prognosi sul nome e i contenuti della nuova fiera dell’editoria che si terrà a Milano in aprile
Il nome, i nomi – Si chiamerà Tempo di libri la nuova fiera italiana dell’editoria, nata dalla scissione fra AIE e il Salone del Libro di Torino, e si terrà ovviamente a Milano, nei padiglioni della Fiera di Rho dal 19 al 23 aprile 2017. Presentata lo scorso mercoledì, la kermesse libraria per ora trova soprattutto nei nomi le sue certezze: sotto il coordinamento di Renata Gorgani, presidente diella Fabbrica del libro (ente organizzatore), lavoreranno la scrittrice Chiara Valerio, responsabile del programma generale, Pierdomenico Baccalario, programma 0-18 anni, e Giovanni Peresson, programma professionale. Oltre ad un più consistente numero di membri al comitato scientifico, a cui prenderà parte anche Luca Formenton, consigliere dell’attuale manifestazione editoriale milanese: BookCity (in programma a novembre).
I contenuti – È presto per capire cosa sarà Tempo di libri. Dalla presentazione sono emerse soprattutto dichiarazioni di intenti e di indirizzo, oltre ad alcuni dettagli non troppo significativi (il sindaco di Milano Beppe Sala ha anticipato che il 23 aprile Milano proporrà la tradizione catalana di San Giorgio, ovvero il regalo di una rosa alle donne e un libro agli uomini). Probabilmente la proposta più interessante riguarda l’edizione 2018, quando è prevista una diffusione dell’evento anche al sud Italia. Di sicuro la presentazione di mercoledì è un tentativo di marcare il territorio rispetto al Salone del Libro, chiamato a inventare una formula alternativa a quella milanese per riuscire ad attrarre gli editori.
Gli obiettivi – Milano e Torino restano duellanti speculari: in palio ci sono 70-80 mila visitatori (obiettivo dichiarato dagli organizzatori) e la credibilità di un progetto che in futuro potrebbe forse ambire alla riunificazione degli eventi. Ma c’è un altro dato a cui dedicare attenzione: Federico Motta, presidente di AIE, afferma di voler dimostrare che è possibile realizzare grandi eventi culturali (budget previsto 2-3 milioni di euro) senza attingere a finanziamenti pubblici, lanciando un’evidente frecciata al MIBACT che ha scelto di appoggiare il Salone torinese. Forse in questa affermazione, prima ancora che nel numero di presenze in fiera, risiede la vera sfida lanciata da Tempo di libri.