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INKULINATI: GLI IRRIVERENTI MARGINALIA MEDIEVALI PRENDONO VITA GRAZIE AD UN VIDEOGIOCO

Dalla Polonia arriva un gioco sorprendente, che dà vita alle pagine dei manoscritti medievali attraverso un campionario di personaggi fantastici.

Il problema del libro, dell’oggetto libro intendo, è l’essere stato inventato per informare, non per comunicare. Il libro serve a trasmettere conoscenza, a tramandarla nel tempo e nello spazio, ma non è uno strumento che ammette dialogo: da una parte abbiamo uno scrittore che produce un sapere, dall’altra un lettore che lo riceve. Il lettore ha tutto il diritto rielaborare il contenuto del libro, confutarlo o contestarlo, ma non può fare nulla sulla forma libro. Che se ne sta lì, con il sapere che custodisce, immutabile quanto l’inchiostro e la pergamena (o la carta) che lo compongono.

Questo presupposto è tuttavia la norma, perché poi si dà il caso che l’uomo sia un animale poco propenso a trattenere la propria creatività. E allora da quando esiste il libro, esiste anche un lettore che non si limita a leggerne le pagine, ma si spinge a rielaborarle fino ad appropriarsene e a produrre un oggetto-libro nuovo, derivato da quello di partenza ma dotato di un senso e un significato (più o meno) lontani da quelli di partenza. Certo: il lettore che si limita a scrivere a margine del libro di latino “quando finisce questa maledetta oraaa?” non apporta granché all’evoluzione della civiltà. Ma in età medievale lettori particolarmente creativi arrivarono ad animare le pagine con un intero microcosmo di figure, scene e personaggi fantastici, in aggiunta ad un campionario di filastrocche e indovinelli. E allora sì che il discorso cambia, fino ad assumere contorni davvero inaspettati.

Per secoli i marginalia di carattere bizzarro o fantastico (drôlerie per la precisione) non hanno riscosso grande attenzione da parte del mondo scientifico: troppo scabrosi, troppo frivoli e – oltretutto – troppo poco classificabili. Insomma, fino al novecento quasi nessuno si è preso la briga di occuparsi di quegli animali antropomorfi che si fanno la guerra, di mostriciattoli che si arrampicano sulle parole, delle scene di caccia o dei virtuosismi erotici di compiaciuta sconcezza. Ci sono voluti il primitivismo e la psicanalisi perché i marginalia cominciassero a riscuotere una rinnovata attenzione da parte degli studiosi. Un’attenzione piena di curiosità, perché di dubbi da sciogliere ne restano tanti, a partire da uno più rilevante: va bene il gusto per il bizzarro e il sensazionale, ma dietro l’esercizio grafico i drôlerie hanno anche un significato più profondo?

Naturalmente la risposta varia di caso in caso. Ma una cosa è certa: la realizzazione dei marginalia in età gotica non è solo il banale divertissement di lettori pigri. Il suo maggior sviluppo, concentrato nelle città dove più fiorenti erano gli scambi commerciali e in un’epoca durante la quale la decorazione dei manoscritti progressivamente usciva dai monasteri per collocarsi in una dimensione urbana, permette di individuare l’opera di miniaturisti di professione, che usavano i margini dei libri per sperimentare linguaggi nuovi. In sostanza: i marginalia del XIII/XIV secolo sono in buona parte figli di un atteggiamento avanguardista dell’arte miniaturista. Ma anche uno strumento grazie al quale cultura “alta” e “bassa” iniziano a compenetrarsi, all’interno di una frizzante dialettica tra devozione e perversione.

Oggi, dopo oltre mezzo millennio, la polacca Yaza Games prova a declinare in forma digitale tutto quello che abbiamo detto. Inkulinati è l’irriverente titolo del videogioco ideato per dar vita ai marginalia medievali, che sarà rilasciato sulla piattaforma Steam nel 2021. Un gioco di strategia turn-based basato su un inchiostro magico capace di dar vita ad un intero immaginario medievale di animaletti, monache, cavalieri e mostri, chiamati ad affrontarsi sulle pagine di un manoscritto per non finire fuori dal libro. Un’opera digitale sorprendente e visivamente entusiasmante basata su veri marginalia (“i meme medievali”, come li definiscono gli autori), che speriamo possa attrarre soprattutto un pubblico giovane, magari ancora inconsapevole di quanto provocatorio e antimoralista sapesse essere il pensiero medievale. E portare avanti quel carattere avanguardista tipico dei marginalia di settecento anni fa.

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