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<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Morto Cesare <a href="https://twitter.com/hashtag/DeMichelis?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#DeMichelis</a>, presidente della <a href="https://twitter.com/hashtag/Marsilio?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#Marsilio</a> <a href="https://t.co/n2kGstd2pw">https://t.co/n2kGstd2pw</a></p>— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) <a href="https://twitter.com/Agenzia_Ansa/status/1027837579083825153?ref_src=twsrc%5Etfw">10 agosto 2018</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">“Ciao Prof, ci mancherai immensamente. La tua Marsilio”<br>L'editore Cesare De Michelis ci ha lasciati stanotte. La casa editrice lo saluta con tanto tanto affetto e gratitudine. <a href="https://t.co/CxwLrbujUk">pic.twitter.com/CxwLrbujUk</a></p>— Marsilio Editori (@MarsilioEditori) <a href="https://twitter.com/MarsilioEditori/status/1028056734227685382?ref_src=twsrc%5Etfw">10 agosto 2018</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script><!-- [et_pb_line_break_holder] --></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Cesare <a href="https://twitter.com/hashtag/Demichelis?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#Demichelis</a>, un letterato appassionato che aveva fiducia nella ragione. Un maestro della nostra <a href="https://twitter.com/unipd?ref_src=twsrc%5Etfw">@unipd</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Padova?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw">#Padova</a> . <a href="https://twitter.com/mattinodipadova?ref_src=twsrc%5Etfw">@mattinodipadova</a> <a href="https://twitter.com/p_possamai?ref_src=twsrc%5Etfw">@p_possamai</a> <a href="https://twitter.com/ziliofer?ref_src=twsrc%5Etfw">@ziliofer</a> <a href="https://twitter.com/ivorossi?ref_src=twsrc%5Etfw">@ivorossi</a> <a href="https://twitter.com/IlBoLive?ref_src=twsrc%5Etfw">@IlBoLive</a> <a href="https://twitter.com/illetterati?ref_src=twsrc%5Etfw">@illetterati</a> <a href="https://twitter.com/dmdarpizio?ref_src=twsrc%5Etfw">@dmdarpizio</a> <a href="https://t.co/NnPHGALSb5">pic.twitter.com/NnPHGALSb5</a></p>— giuseppe zaccaria (@giusepp13621804) <a href="https://twitter.com/giusepp13621804/status/1028962880341909504?ref_src=twsrc%5Etfw">13 agosto 2018</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

LA SCOMPARSA DI CESARE DE MICHELIS, ULTIMO EREDE DI MANUZIO

Ci ha lasciati lo scorso 10 agosto il presidente della Marsilio, un intellettuale di razza espressione di un mondo che non c’è più

L’ondata di commozione che ha seguito la scomparsa di Cesare De Michelis, storico presidente della Marsilio, si porta dietro un retrogusto particolarmente malinconico, del resto ben intonato con le sue radici veneziane. Un sentimento legato alla sensazione che insieme al decano degli editori italiani se ne vada uno degli ultimi esponenti di un’editoria che non c’è più: con De Michelis se ne va una delle figure più complete di editore, uno dei pochi capaci di riunire in sé tutte le caratteristiche che alimentano l’immagine romantica della professione: capacità di scouting, fiuto per gli affari, radicamento nel territorio, orgogliosa indipendenza, impegno politico e intellettuale.

La carriera di De Michelis è indissolubilmente intrecciata con quella della Marsilio, al punto che in molti lo definiscono come il suo fondatore. Ad essere precisi De Michelis non faceva parte dei quattro ex-studenti universitari che nel 1961 a Padova concretizzarono il loro impegno intellettuale e politico nella fondazione della Marsilio. Ma di fatto è con la sua presidenza, iniziata nel 1969, che la casa editrice fa il salto di qualità. A lui spetta il merito dell’apertura alla narrativa e della conseguente scoperta di alcuni tra i più significativi talenti letterari italiani (Susanna Tamaro, Margaret Mazzantini, Chiara Gamberale), nonché di aver saputo cogliere la portata commerciale del giallo svedese con la pubblicazione nei primi anni duemila della trilogia di Stieg Larsson. L’apporto di De Michelis alla Marsilio non si è limitato alla capacità di scouting o al fiuto per il bestseller. Durante il turbolento periodo delle acquisizioni, quando la casa editrice entra nel gruppo RCS, il presidente riesce a mantenere il proprio ruolo e la necessaria indipendenza nelle scelte editoriali. Un atteggiamento “autonomista” che culminerà nel 2016 con la decisione di riacquistare tutte le quote della Marsilio, sottraendola così alla fusione RCS-Mondadori.

Il ritratto di De Michelis a questo punto passa ad ambiti di cui è difficile dar conto in maniera adeguata. A lungo militante nel PSI come il fratello Gianni, deputato, Cesare fu consigliere comunale a Venezia nei primi anni ’80. Con Massimo Cacciari diresse per quasi dieci anni la rivista culturale Angelus Novus e fu vicepresidente della Biennale di Venezia. Questi i passaggi più emblematici di un impegno politico e intellettuale altrimenti difficile da riassumere. Per chi volesse avere un’immagine più completa di Cesare De Michelis rimandiamo a due interessanti testimonianze di chi l’ha conosciuto: una di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera e l’altra di Camillo Langone su Il Giornale. Un ultimo aspetto che lo riguarda e che ci fa sentire particolarmente vicini all’uomo Cesare De Michelis è il suo radicamento con il territorio, con quella Venezia a cui dimostrava un legame inossidabile e che ha rappresentato uno degli ingredienti principali della sua impresa editoriale orgogliosa, genuina, appassionata.

Far libri, stamparli, leggerli, scriverli, raccoglierli, venderli, recensirli, nella mia vita mi sembra di non aver fatto altro, come se un’ossessiva passione mi avesse travolto appena ragazzo. Eppure da sempre mi è sembrato non privo di significato farli qua, dov’ero cresciuto, nella nostra terra, magari a Venezia. Quando cominciai lo sapevo e non lo sapevo che la Serenissima era stata la patria del libro, che proprio nell’isola aveva preso forma e si era definito all’alba del Cinquecento, quello strano mestiere che è far l’editore, grazie a Aldo Manuzio, il principe e il principio di tutta la storia dei libri. Per questo continuo a fare libri a Venezia, come se il tempo che intanto è passato non sia bastato a cancellare una storia che ha ormai cinque secoli e più.

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