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Le Meditationes, il primo libro illustrato d’Italia

Metti nel 1467 a Roma un cardinale spagnolo, un tipografo viennese e un’invenzione tedesca…

Eliminiamo subito la suspance: il primo libro illustrato della storia d’Italia (parliamo di illustrazioni stampate, chiaramente, per le miniature dovremmo andare molto più indietro nel tempo) è un libro di riflessioni. Se vi aspettavate che fossero le favole di Esopo o Pinocchio o Harry Potter avete sbagliato mira. Il titolo integrale magari suona un tantino impegnativo: Meditationes J. de T. positae et depictae de ipsius mandato in ecclesiae ambitu S. M. de Minerva. Come potete immaginare, questo titolo contiene già la spiegazione del testo, la sua peculiarità, l’indicazione dell’autore e del suo ruolo: parliamo di riflessioni sulle Sacre Scritture scritte dal cardinal Juan de Torquemada e fatte decorare con le illustrazioni delle scene bibliche che egli stesso scelse (probabilmente) per decorare il chiostro di Santa Maria sopra Minerva, che è una chiesa davvero molto bella situata a Roma. In sostanza il primo libro illustrato stampato in Italia coincide anche con il primo caso di self-publishing del nostro paese. L’avreste mai detto?

Ma chi è l’autore dell’opera, questo cardinal Torquemada? Beh, prima di tutto diciamo chi NON è: non si tratta dell’inquisitore. Il “duro” infatti è suo nipote Tommaso, e il fatto che siano stati entrambi domenicani è probabilmente l’unico tratto che i due hanno in comune. Juan de Torquemada nasce nel 1388 a Valladolid e intraprende la carriera diplomatica prima ancora di completare quella teologica: gli affidano un significativo ruolo nell’ambito della ricucitura del Grande Scisma d’Occidente (quello degli antipapi ad Avignone, per capirci) quando lui non ha ancora compiuto trent’anni. Da allora in poi verrà chiamato da papi e cardinali ogni volta in cui c’è una disputa da risolvere, sia essa di natura teologica o apologetica. Il Torquemada è anche un intellettuale piuttosto sensibile, estimatore e committente di Antoniazzo Romano e del Beato Angelico, ma soprattutto curioso promotore dell’invenzione che cambierà il volto della società: il torchio tipografico. Per una serie di contingenze, è probabilmente lui a promuovere l’arrivo in Italia di Sweynheym e Pannartz, i due collaboratori di Fust e Shoeffer (tipografi a Magonza, ex soci di Gutenberg) che a Subiaco impiantarono la prima tipografia del Bel Paese.

Il cardinal Torquemada arriva a Subiaco nel 1456 come abate commendatario, ovvero come amministratore del borgo, e mantiene il ruolo fino alla morte, avvenuta nel 1468. Tuttavia continua a frequentare i primi stampatori d’Italia anche fuori Subiaco. Appena un anno prima di morire affida al viennese Ulrich Han, il primo tipografo romano, la stampa di un testo originale che alterna le riflessioni del Teologo a illustrazioni per lo più riguardanti le Sacre Scritture. Il risultato è un libro davvero affascinante, in cui le 33 illustrazioni xilografiche mostrano un disegno sicuramente ancora grezzo ma dotato di grande efficacia, grazie al senso di spazialità e alla semplicità del tratto. Per avere un’idea più vivda, ai seguenti link potete sfogliare in digitale tre edizioni dell’opera, fra cui quella originale del 1467:

Dategli un’occhiata, ne vale la pena!

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