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EDITORIA

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<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Nasce Il dondolo, casa editrice digitale del comune di Modena. <a href="https://t.co/hbXcqMVzbp">https://t.co/hbXcqMVzbp</a></p>— ildondolo (@ildondolo) <a href="https://twitter.com/ildondolo/status/852517798786084864?ref_src=twsrc%5Etfw">13 aprile 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>
<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Sei mesi di \u201CDondolo\u201D l\u2019editoria digitale modenese che culla nuovi autori <a href="https://t.co/DfQEFPLlOv">https://t.co/DfQEFPLlOv</a> via <a href="https://twitter.com/gazzettamodena?ref_src=twsrc%5Etfw">@gazzettamodena</a></p>— ildondolo (@ildondolo) <a href="https://twitter.com/ildondolo/status/930389159033917440?ref_src=twsrc%5Etfw">14 novembre 2017</a></blockquote><!-- [et_pb_line_break_holder] --><script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

SE IL COMUNE DIVENTA UNA CASA EDITRICE

Modena è il primo comune d’Italia a diventare editore. E non editore di news, come spesso capita: qui si parla di libri (digitali)!

I comuni e l’editoria | No, che un comune diventi editore non è una novità. Il novero delle testate civiche registrate nei rispettivi tribunali competenti è bello lungo e all’origine c’è spesso un parto difficile e carico di ipocrisia. Questo perché di solito un comune punta a diventare editore di testate giornalistiche, ovvero produttore e divulgatore di notizie. E per ogni amministrazione che decida di promuovere l’istituzione di un organo di informazione in house, esiste un’opposizione ostinata e contraria che ne denuncia l’inutilità, per nascondere la paura di vedere gli avversari dotati di un formidabile strumento di propaganda (ah, i bei tempi in cui si credeva all’onnipotenza dei media!). Fra gli ultimi casi in ordine di tempo c’è quello di Alghero, dove la proposta dell’amministrazione di registrare una testata civica è andata incontro alla veemente reazione dell’opposizione, arrivata alla raccolta di firme pur di bloccare l’iniziativa. Fiero esempio di miopia politica e civica. Perché per quanto possa essere dissestato un bilancio comunale o malizioso l’intento dell’amministrazione, dotarsi di un organo ufficiale di comunicazione rappresenta sempre un’opportunità. Come ben dimostra ad esempio Porcari, città toscana che ha deciso di farsi editore per promuovere un progetto di avviamento dei giovani disoccupati/inoccupati all’attività giornalistica. A partire dal 2018 la testata, registrata presso il Tribunale di Lucca, offrirà occupazione e formazione a un gruppo di under 30 selezionati tramite bando pubblico, chiamati a raccontare l’attività amministrativa e la cronaca stessa del territorio. È vero: in un caso ci sono i fondi, nell’altro meno. Però al di là delle questioni tecniche, nessuno ci convincerà dell’inutilità di un’espressione di giornalismo locale. Anche quando nasce in seno ad enti pubblici.

Il comune e l’editoria libraria | Paradosso della comunicazione: un comune che diventa editore di testata giornalistica non fa notizia. Fa molto più rumore e suscita molte più curiosità un comune che diventa casa editrice per pubblicare libri, con una linea editoriale, un ISBN e tutto il resto. Questa proprio non ce l’aspettavamo. E invece Modena ci stupisce con Il Dondolo, la casa editrice fondata dal comune, che prende in prestito il nome dall’omonima opera di design (Dondolo – Rocking Chair) realizzata nel 1967 dagli architetti modenesi Cesare Leonardi e Franca Stagi. Ideata insieme alle biblioteche comunali e sviluppata in partnership con Banca BPER, Il Dondolo è affidato alle sapienti cure di Beppe Cottafavi, uno che sta all’editoria sperimentale come Frate Indovino al calendario. Produzione e distribuzione delle opere sono curate da Mlol (Media Library On Line), piattaforma di prestito digitale con oltre mezzo milione di utenti attivi che permette a Il Dondolo di pubblicare e distribuire gratuitamente opere di modenesi noti o emergenti, selezionate dallo stesso Cottafavi. Insomma, un esperimento editoriale interessante e promettente, che esprime la voglia di Modena di non limitare la propria eccellenza editoriale alle figurine Panini.

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