EDITORIA
EDITORIA
[addtoany]
QUATTRO STATISTICHE E UN COMPLEANNO
SEM festeggia il primo anno di attività soffiando le candeline su un grafico a torta che racconta il trend positivo dell’editoria indipendente
IL COMPLEANNO – È quello di SEM, la Società Editrice Milano di cui vi raccontammo la genesi proprio un anno fa. E come si festeggia un compleanno aziendale a Milano? Che domande: offrendo ai convenuti saporiti dati statistici sul settore. Se state pensando che vi sareste accontentati di un paio di tramezzini e un sorso di prosecco, probabilmente non vi occupate di editoria. Perché bisogna avere buon gusto per cogliere il sapore di una fetta di grafico a torta che annuncia il trend positivo per il mercato del libro, ed un palato davvero fine per riuscire ad apprezzare i piacevoli sentori dei dati relativi all’editoria indipendente. Usciamo di metafora e buttiamola giù sull’aritmetica, grazie alle informazioni diffuse da Gfk.
I DATI – Quelli interessanti sono quattro, come promesso:
- Il mercato del libro rispetto al 2016 cresce del 1,9% per produzione e del 5,4% per valore. Notizia che fa bene a tutti, indipendenti e non, anche se Gfk stesso mette un freno all’entusiasmo con tre constatazioni. La prima relativa al fatto che il trend è comunque in flessione se paragonato al dato del 2012, l’ultimo anno d’oro (o almeno placcato) per il settore. La seconda è che l’andamento è stato particolarmente positivo nell’ultimo trimestre dell’anno, probabilmente grazie (anche) ai diciottenni che si sono ricordati di spendere i 500 euro del Bonus Cultura del Mibact. Infine l’aumento dei prezzi: ok, si fattura di più ma non è che poi si venda poi così tanto di più.
- La crescita degli editori indipendenti. Immagino la soddisfazioni di Cavallero, patron di SEM, alla vista di quel 5% di mercato rosicchiato dalle case editrici indie, adesso al 45%. Una soddisfazione in realtà palese, come testimoniano le parole rilasciate a Ida Bozzi sul Corsera, con cui l’editore descrive il rallentamento dei grandi gruppi in favore dei piccoli. Roba che sembra passare in secondo piano persino il compleanno della sua creatura.
- In calo il numero di nuovi titoli venduti. Per la prima volta in cinque anni cala il numero di nuovi titoli venduti, di circa 2,2mila unità. Il dato può essere correlato allo sviluppo degli indipendenti, che pubblicano meno titoli ma li “assistono” più a lungo? Secondo Cavallero, sì. In un certo senso è come se lo sviluppo delle case editrici indipendenti costituisse un antidoto alla bulimia dei grandi gruppi, abituati a “bruciare” novità con ritmi molto più alti.
- Il numero di copie vendute. Questo è il dato insieme più suggestivo e frustrante. Suggestivo per chi guarda da fuori, frustrante per chi di editoria ci vive. Il 96% dei titoli vende meno di 1.000 (mille) copie. Il 75% meno di 100 (!). In un anno sono 20 i titoli capaci di vendere più di 100mila copie. Sandro Ferri di e/o Edizioni su Il Libraio non usa mezzi termini parlando di un «dato spaventoso». Più pragmatica Eugenia Dubini di NN Editore, che al Corsera sottolinea come il dato descriva la condizione di «chi produce libri sapendo di contare su 100 lettori».
PROSPETTIVA DA UNA NICCHIA – E va bene, l’indipendente sta funzionando e probabilmente si sta togliendo di dosso quella immagine un po’ fricchettona e improvvisata che aveva fino a qualche anno fa. Nessuno immagina più gente che stampa col ciclostile in cantina e forse il mercato stesso sta cominciando a ripercorrere quella fase in cui anche gli Einaudi, i Mondadori e i Rizzoli erano indipendenti: in fondo non ricordo nessuno che sia nato come gruppo editoriale.
Tuttavia c’è sempre un babao alla finestra, e ce lo ricorda la recente vicenda di e/o Edizioni, buttata fuori da Amazon per essersi sottratta alla politica di sconti proposta (leggasi “imposta”) dal colosso americano. Ne è nata una ferma presa di posizione che cavalca un po’ il tema ideologico, un po’ quello commerciale. Di sicuro una posizione condivisibile, che tuttavia potrebbe e dovrebbe essere indirizzata verso uno sviluppo propositivo, magari in linea con quell’idea di editoria in(ter)dipendente proposta da Eugenia Dubini. Probabilmente l’unico modo di contrastare il monopolio Amazon.