EDITORIA
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LE DONNE DI ORA
Al centro dell’attenzione dell’industria culturale con rinnovata intensità, le donne sono raccontate alle donne come esempio da seguire. O obiettivo da perseguire.
Che l’anno editoriale 2018 metta la donna al centro dell’attenzione del settore è ormai un fatto conclamato. Ne abbiamo parlato a proposito delle fiere di marzo (che potrebbe essere il titolo di una canzone di Fossati), notando come insieme alla primavera fiorisse una rinnovata attenzione nei confronti della donna: mentre a Roma sbocciava Feminism, il Festival del Libro dedicato – indovinate un po’ – al gentil sesso, Milano apriva Tempo di Libri sciorinando promettenti dati sull’aumento delle donne nel settore editoriale. Donna protagonista in ambito fieristico, dunque, ma non solo. Nel 2018 continuano o nascono progetti editoriali sul tema con diversi punti di contatto ma anche significative differenze.
LE DONNE CHE FECERO L’IMPRESA – Il primo versante passa per il BUK di Modena, dove abbiamo potuto fare quattro chiacchiere con le Edizioni Il Loggione a proposito di una proposta editoriale che ci ha molto incuriosito. Si tratta della “sottocollana” Le donne che fecero l’Impresa – Nessun pensiero è mai troppo grande: una serie di libri, insita nella collana Agrodolce, dedicata al racconto di italiane che hanno fatto cose eccezionali.
Il progetto editoriale della casa editrice indipendente prevede la pubblicazione di un libro per ogni regione italiana, e prende avvio nel 2016 con il volume dedicato alle donne dell’Emilia Romagna. Ogni opera è una raccolta di ricordi, testimonianze e suggestioni narrative approdate in casa editrice e riunite in questo caleidoscopio di vite. Katia Brentani, una delle curatrici dell’iniziativa, ci racconta che i libri stanno riscontrando successi e anche molto affetto in tutta Italia, cosa che ripaga del consistente impegno necessario per la curatela di ogni opera. “Le lettrici si sentono caricate dalla lettura di questi libri. Forse perché al giorno d’oggi quello che manca è la speranza…” ci dice Katia. E probabilmente non si allontana dal vero. Ma il successo di un progetto del genere passa anche da un altro elemento: le donne che fecero l’impresa sono raccontate da donne comuni, genuinamente appassionate di scrittura. Ognuna mette a disposizione del testo il suo linguaggio e il suo stile, contribuendo ad un coro di voci così eterogeneo da rinnovare l’esperienza di lettura ad ogni capitolo. E non solo: passa da questa organizzazione testuale la rappresentazione di una donna italiana colta nella sua complessità e nella sua evoluzione temporale, attraverso un dialogo tra generazioni cucito insieme da decine di penne.
DONNE COME NOI – A Milano si celebra invece il trentennale di Donna Moderna, vero e proprio punto di riferimento tra le riviste femminili. Un evento che la testata ha voluto interpretare componendo un intero bouquet di iniziative promosse in partnership con l’Oréal Paris. Tutto il programma si incardina intorno al libro scritto dalle redattrici di Donna Moderna: Donne come noi (Sperling&Kupfer). Opera ben descritta dall’esaustivo sottotitolo: 100 storie di italiane che hanno fatto cose eccezionali. Ok, se avvertite un leggero deja-vù, è (più o meno) normale. Il libro racconta i successi di cento donne italiane con lo scopo di promuovere l’empowerment delle altre 28.540.631 ed è il fulcro di una serie di iniziative che si svilupperanno nel corso del 2018: dalle consuete presentazioni in giro per l’Italia all’ospitata settimanale su Radio101, dallo spettacolo teatrale organizzato dal Teatro Franco Parenti con Tosca protagonista fino al corso di formazione per sviluppare le soft skills delle donne. Il tutto in collaborazione con un’azienda cosmetica che
da sempre (…) è al fianco delle donne, le sostiene non soltanto parlando di bellezza ma anche di autostima e le spinge a considerarsi “unlimited”, senza limiti. (dal sito)
Per riassumere, Donna Moderna ha messo su un intero armamentario di roba per aiutare le donne a sviluppare le proprie soft skills contribuendo a quell’empowerment che le porti a considerarsi unlimited. Mh.
MODENA, MILANO & DUE PROPOSTE MUSICALI – Divertente il confronto tra queste due operazioni editoriali. A Modena il racconto di donne che parte dal basso e dai territori, a Milano la (ri)costruzione di una donna italiana raccontata in salsa enterprise. Da un lato il racconto delle donne dietro ai successi, dall’altra il successo raggiunto dalle donne. Scegliete voi il punto di vista che preferite, noi nel frattempo vi proponiamo un paio di proposte musicali da abbinare alla lettura.
Sì, lo sappiamo che non è il nostro ruolo. Però in questa primavera tanto femminile da apparire frutto dell’estro di Botticelli, anche la musica si è adeguata con un paio di album che mettono al centro l’altra metà del cielo (e con questa ho finito i sinonimi).
La prima è una segnalazione di incoraggiamento per una giovane cantautrice di nome Gabriella Martinelli, che domenica presenta il suo secondo album. Anche in questo caso abbiamo una raccolta di ritratti femminili molto intensi, musicalmente raffinati, corredati dalle splendide illustrazioni di Antonio Pronostico. La seconda è una provocazione postuma di Giorgio Gaber, che a quindici anni dalla scomparsa torna nei negozi grazie alla complicità di Ivano Fossati con un brano inedito (che dà il titolo all’intero album): Le donne di ora. Appunto. L’uomo che chiedeva scusa quando parlava di Maria racconta le donne di oggi (di ieri, a dirla tutta, visto che il brano è del 2002) con un brano caustico come da miglior tradizione gaberiana. Un brano imperniato sul mantra “che paura, che paura, specialmente le donne di ora…” Sicuramente non un testo pensato per migliorare l’empowerment delle donne, ma un punto di vista che stimola la riflessione e rifugge i luoghi comuni. Come piace a noi.